
Se la situazione sembrava migliorare, ieri DAZN l’ha ributtata in vacca. Passateci i termini utilizzati. La scelta di bloccare la doppia visione a partire dal mese di dicembre, crea molte lamentele e scompiglio negli abbonati.
Ad essere criticata non è la scelta di DAZN, ovvero bloccare la cosiddetta concurrency, ma la modalità. La stessa azienda, solo pochi mesi fa, giustificava l’aumento dell’abbonamento da 9,99 euro/mese a 29,99 euro al mese con uno slogan ben preciso:
“DAZN SI SDOPPIA CON UN SOLO ABBONAMENTO
Con un’unica sottoscrizione, inoltre, DAZN praticamente si sdoppia: potrai guardare due contenuti – uguali o differenti – allo stesso momento e su due dispositivi diversi.
Nessun vincolo, solo la passione per lo sport ad unire stanze, città, regioni e persone diverse.
Tutto e tutti su DAZN: a 29,99 euro al mese, per due.”
Il blocco della doppia visione arriva a campionato già iniziato, dopo il termine della promozione DAZN a 19,99 euro al mese per 12 mesi al posto di 29,99 euro/mese. Nel mentre il tutto esce allo scoperto mentre TIM spinge sulle varie offerte all-inclusive. TIM, la stessa azienda che paga parte dei diritti acquistati da DAZN (circa il 40%) per via di un accordo esclusivo. Non sarebbe da sorprendersi se la stessa mossa sia stata consigliata dall’azienda telefonica, visto il presunto basso numero di abbonati. Numero di abbonati a DAZN e TIM che resta incerto visto il patto di segretezza che vincola la Lega di Serie A dalla divulgazione dei dati, nonostante si parli di circa 2,5 milioni di abbonati.
Insomma, un colpo basso, quello di DAZN, a tutti gli utenti che pagano per seguire la propria passione: il calcio. E non si parla dei cosiddetti furbetti, ma di tutte quelle famiglie che, per genitori anziani o figli fuori città per lavoro, dovrebbero pagare un doppio abbonamento per un capriccio.
Un’industria che fattura miliardi, grazie anche ai tifosi, ma resta impassibile di fronte ai notevoli problemi avuti dal servizio e non si pronuncia riguardo scelte scellerate che rischiano di allontanare molte migliaia di utenti dal prodotto calcistico italiano.
Siamo convinti che la storia non sia ancora finita. Il Codacons ha già presentato un esposto ad Antitrust e AGCOM, mentre DAZN è stata convocata dal Ministero dello Sviluppo Economico per un confronto. Confronto che, vista la bufera che ha colpito il servizio streaming, potrebbe portare ad una possibile retromarcia riguardo al blocco della doppia visione, posticipandolo alla prossima stagione calcistica.