I Bitcoin sono sicuramente la moneta del momento. Il loro valore, molto volatile, li porta ad essere una delle più ambite monete virtuali. Ad oggi una moneta di Bitcoin vale circa 10mila euro.
Sul nostro sito abbiamo più volte parlato dei rischi della moneta virtuale più famosa al mondo, ora vogliamo approfondire l’argomento sotto un’altro punto di vista.
Come vengono prodotti i Bitcoin?
Per farla semplice, anche se di semplice c’è poco-niente, i Bitcoin vengono prodotti utilizzando la forza di calcolo dei pc. Questo processo si chiama mining ed è svolto da diversi computer sparsi in giro per il mondo.
La produzione di questa moneta porta il pc a livelli di calcolo estremi, aumentando a dismisura il consumo di energia e la temperatura interna.
Quanto costa produrre Bitcoin? Tanto.
Secondo uno studio della Elite Fixtures, produrre Bitcoin in Italia costa circa 10mila dollari. Il Bel Paese è uno dei più onerosi per il mining:

Quanta energia consuma produrre Bitcoin?
La produzione di Bitcoin consuma un’innumerevole quantità di energia elettrica. I consumi superano addirittura quelli di alcuni paesi del mondo con milioni di abitanti.
Il mining, a livello mondiale, richiede 60,45 terawattora di potenza all’anno. Uno studio dell’Università di Cambridge mette in risalto come la produzione della moneta elettronica superi i consumi elettrici nell’intera Svizzera. I dati, aggiornati ogni 30 secondi, mostrano che la produzione di bitcoin usa circa lo 0,27% dell’elettricità consumata nel mondo. La cifra, tuttavia, assume un altro peso se paragonata al fabbisogno energetico delle nazioni.
Vista così, il Bitcoin richiede più energia della Svizzera, che con i suoi 8 milioni di abitanti consuma 58,46 terawattora. La moneta virtuale è solo lievemente meno energivora della Repubblica Ceca, che per alimentare la vita dei suoi 10 milioni di cittadini ha bisogno di 62,34 terawattora.
Il consumo per la produzione di Bitcoin si può seguire in tempo reale sul sito cbeci.org, gestito dal Cambridge Centre for Alternative Finance.